Cremonese

Giacchetta e il mercato: "Innesti
mirati condivisi con l'allenatore"

Si è appena conclusa la sessione invernale del calciomercato, che ha visto la Cremonese grande protagonista in Serie B. Il direttore sportivo grigiorosso Simone Giacchetta ha fatto il bilancio in conferenza stampa. Pochi innesti, ma mirati e condivisi con l’allenatore che hanno aumentato la qualità della rosa.

“Certe scelte sono state fatte proprio perché il nostro è un campionato di grande ripresa dopo un inizio molto lento – ha spiegato Giacchetta -. Siamo riusciti con il cambio di allenatore a invertire la rotta e ad essere di nuovo protagonisti in questa corsa per il massimo obiettivo per cui, condizionati anche dalla lista e dal numero degli over, abbiamo pensato subito a fare delle uscite per fare spazio a delle entrate, dandoci la possibilità di fare degli inserimenti mirati, condivisi con l’allenatore secondo la sua idea di calcio e in base anche all’organico che avevamo”.

Tutti i reparti sono stati potenziati con gli innesti di Livieri, Marrone, Falletti e Johnsen. Proprio questi ultimi due hanno già fatto vedere di poter interpretare più ruoli. La strategia di mercato della Cremonese è stata proprio quella di condividere con Stroppa scelte che permettono al 3-5-2 di base di essere molto duttile e di poter cambiare a gara in corso.

“L’idea di calcio dell’allenatore non è proprio un 3-5-2 classico di una volta – commenta il ds Giacchetta -, ma è un 3-5-2 molto offensivo, perché noi abbiamo tanti giocatori nella metacampo avverasaria, quindi bisogna avere giocatori rapidi nell’uno contro uno, giocatori di qualità, giocatori che cambiano passo. Fondamentalmente noi giochiamo con una punta sola, perché non è neanche un 3-5-2. Noi giochiamo con una punta, che è sempre stato Coda, e poi tanti giocatori che ruotano sotto. Noi abbiamo bisogno di tanti giocatori abili nell’uno contro uno”.

Definirebbe questo mercato conservativo, oppure in altro modo?
“Non penso che sia un mercato conservativo. Forse lo è se ragionassimo in ottica degli equilibri dove è importante non creare frizioni in un gruppo che si è ritrovato strada facendo e che sta ottenendo risultati. I ragazzi stanno bene insieme, sanno soffrire e lo dimostrano partita dopo partita. Ma il nostro mercato ha portato a Cremona, in alcuni ruoli giocatori, riconosciuti da tutti per le loro qualità. Lo definirei mirato, quello sì”.

L’idea di esonerare presto l’allenatore ha stupito rispetto alle scelte adottate nella passata stagione…
“Dall’esperienza si impara sempre. Ma la verità è altra: obiettivo e situazioni sono completamente diversi. Lo scorso anno eravamo una matricola e abbiamo pagato anche quello; inoltre le prestazioni ci facevano supporre che quel passo in più in avanti per essere competitivi l’avremmo compiuto ma ciò non si è verificato. Adesso con una squadra con valori alti e un obiettivo importante da raggiungere non potevamo indugiare sul tempo: in B le prime 4/5 squadre sono di altissimo livello e lo dimostrano gli investimenti di Parma, Palermo, Como: rimanere indietro in un campionato così avrebbe potuto farci correre il rischio perdere alcuni giocatori dal lato mentale. Cambiare è stata una scelta presa per il bene della Cremonese”.

I nuovi hanno dimostrato di voler arrivare a Cremona a tutti i costi: anche questa è una soddisfazione per tutto l’ambiente…
“La Cremonese è un piccolo grande club: ha tradizione, ha una tifoseria importante che ringrazio perché nonostante la stagione non sia partita nel migliore dei modi ci ha sempre fatto sentire il proprio affetto tanto che è come avere giocatore in piu e ha una proprietà seria e forte”.

Stroppa si sta rivelando molto bravo nel recuperare giocatori che hanno fatto fatica in passato…
“Sono importanti sia l’allenatore sia l’aspetto mentale: la categoria aiuta giocatori che la conoscono benissimo e hanno qualità. Inoltre il tipo di gioco sta dando grande luce a chi scende in campo e valorizza i pregi: Stroppa ha grande merito in questo cammino”.

Avete preso Marrone ma avete trattato Ferrari, vi siete ripromessi di parlarne a fine stagione?
“Lui a Sassuolo è capitano. Ha avuto la possibilità di raggiungerci, l’ha valutata e ritenuta utile al suo percorso, ci abbiamo provato fino alla fine ma succede che a volte le cose non vadano come si vorrebbe. L’importante è continuare nel percorso. Con lui non si è parlato di futuro. E per noi è importante aver trovato un giocatore funzionale come Marrone, che ci dà l’opportunità di aggiungere qualità ed esperienza al reparto”.

Qualche mese fa la contestazione, direttore a qualche sassolino da togliere dalle scarpe?
“Non scherziamo, non ci sono sassolini da togliere: faccio parte di questo mondo da troppi anni per non sapere che l’unica cosa a contare è il bene della Cremonese e si cerca di dare sempre il meglio per questo obiettivo. L’esperienza della Serie A è stata la prima volta per tanti ed è normale che non tutto sia andato come avremmo invece voluto. Ora stiamo cercando un’altra chanche per godercela e giocarcela al meglio”.

Quanto, a livello personale, è contata l’esperienza in A per formare questa squadra?
“Tre anni fa avevamo un gruppo che arrivava da un percorso diverso. La Serie B della Cremonese, negli anni precedenti, raccontava di campionati sofferti per raggiungere la salvezza. D’accordo con l’allenatore si decise di lavorare con giovani di alto livello che oggi dimostrano le loro qualità nella massima serie. Una volta in Serie A abbiamo cercato di organizzare la squadra diversamente, accumulando esperienza e trovando il modo di rafforzare quel gruppo, dandogli la continuità giusta per poter competere ora”.

La Primavera sta dominando il campionato, in virtù della riforma dello sport come avete intenzione di gestire i giovani in futuro?
“In panchina a Lecco c’era Della Rovere, un ragazzo cresciuto qui, che è attenzionato a prescindere dal vincolo; ora i ragazzi sono praticamente liberi ogni anno e questo scoraggia il lavoro di chi investe sui vivai. La Cremonese, in questo ambito, non ha mai guardato alle classifiche ma mira a far crescere i ragazzi: questa riforma può saccheggiare club come il nostro così come altri piccoli, che ne faranno le spese a favore dei grandi. Il vivaio è un patrimonio importante di una società, c’è un grande lavoro alle spalle di ogni singolo ragazzo. Con la riforma non c’è piu un tesseramento unilaterale e diventa indispensabile un confronto, una contrattazione diretta. Non certo la soluzione migliore per ragazzi di 16/17 anni: così facendo si perde la base del sacrificio, del lavoro e questa legge applicata al calcio rischia di avere ripercussioni sui settori giovanili. Nel nostro, diversi ragazzi sono attenzionati da grandi club; in questo caso noi non possiamo inseguire la logica del denaro ma vogliamo competere offrendo attenzioni e percorsi ad hoc per ogni tesserato. Non possiamo ma soprattutto non vogliamo considerare i nostri giovani con logiche di mercato: per noi sono ragazzi a cui siamo affezionati e che vogliamo far crescere per averli in futuro in prima squadra. Della Rovere, ad esempio, è un ragazzo attenzionato: noi andiamo avanti per la nostra strada, puntando a migliorarlo e a farlo crescere. Gli allenamenti con la prima squadra, le panchine in Serie B dimostrano quanto il club creda in questo percorso. Vale per lui come per altri: starà poi alle famiglie, in questa dimensione, capire quanto vale un figlio.

Quella della Cremonese è l’unica proprietà locale tra quelle delle squadre di vertice in B…
“Questo aspetto è fondamentale. La nostra proprietà, che per certi versi ricorda quelle gloriose del calcio del passato, nonostante l’arrivo sulla scena nazionale di investitori con grandi capacità economiche vuole continuare a dare forza alla sua Cremonese e alla sua Cremona. Dobbiamo essergli grati per sempre, perché rappresentiamo qualcosa di unico in un calcio che oggi non c’è più ma con la modernità di chi sta al passo con i tempi”.

Chi teme di più nella lotta per la promozione diretta?
“Al di là del Parma le altre se la giocheranno fino alla fine. Credo che si andrà verso un finale di campionato per menti lucide e cuori forti. Dal canto nostro cercheremo di crescere e migliorare ancora dopo il grande recupero fatto, ma davanti a noi ci aspetta un percorso difficilissimo: la differenza la faranno gli scontri diretti”.

A Lecco, a fine partita Stroppa ha festeggiato con i giocatori sotto la Curva, che effetto le ha fatto? La Cremo è solida mentalmente e tecnicamente e ha quel qualcosa in più nella difesa: concorda?
“L’esultanza del mister ci ha ragalato una bella scena, positiva: dimostra quanto siamo uniti e tutti sullo stesso livello. Soffriamo insieme e gioiamo insieme: il mister con i calciatori sono protagonisti importanti ed è giusto che si prendano la scena. Per quanto riguarda l’altra domanda, la Cremo ha fatto un percorso rilevante e pretendiamo che si prosegua così. Sarà un campionato difficile, tra le prime abbiamo la miglior difesa ma forse l’attacco meno prolifico, ma finchè staremo bene abbiamo le qualità per risolvere le partite”.

Valeri è stato liberato “gratis” oppure è arrivato qualcosa in cambio?
“Valeri non è stato liberato, perché non è mai stato catturato. Si è invece ritenuto opportuno garantirgli questa occasione: alla serie A non si puo dire di no. Noi tiferemo sempre per lui al di là di alcune scelte che la società non ha condiviso”.

La difesa è il reparto dove si è intervenuti meno in sede di mercato. Si cerca di dare continuita anche in ottica futura?
“In questa categoria i nostri elementi sono protagonisti assoluti. Bianchetti e Ravanelli sono ragazzi che si conoscono e hanno l’intesa giusta. Giocando a tre ci sono idee diverse rispetto al passato, si è trovata la stabilità con un 11 di base, ma abbiamo visto come gli inserimenti di Majer, Lochosvhili e altri abbiano contribuito a raggiungere i risultati. E’ importante che i giocatori trasmettano qualcosa quando entrano: Antov, ad esempio, è un vero trascinatore come lo sono Coda e Vazquez”.

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