Con Johnsen, Vazquez e Falletti
il bello deve ancora venire
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Quanto cambia la Cremonese con Dennis Johnsen? La prima risposta è arrivata a Lecco e apre ad un ventaglio di opzioni che giovedì scorso, all’arrivo del norvegese al centro Arvedi, non venivano prese in considerazione dagli addetti ai lavori.
Punta, seconda punta, esterno d’attacco: questi gli utilizzi di DJ in laguna. Vanoli lo faceva spaziare nel settore di sinistra del Venezia con un’idea tattica agli antipodi del credo grigiorosso di Stroppa, ovvero verticalità con palloni lunghi sul puntero e schiera di trequarti pronti a fiondarsi su sponda e attacco della profondità. Nella Cremo la via del gol è invece da ricercarsi attraverso la manovra, da qui l’idea di Stroppa di sorprendere tutti infilando DJ più nel vivo del gioco, da mezz’ala sinistra in un centrocampo a tre che nelle intenzioni del manico di Mulazzano prevede almeno un giocatore in grado di strappare. Orfana di Collocolo, Buonaiuto e Pickel, la mediana grigiorossa ha avviato la metamorfosi inglobando il norvegese.
Già così l’esperimento ha destato interesse e fatto vedere parte del potenziale a disposizione. Ma è con questa settimana e col ritorno del Mudo Vazquez che l’assemblaggio grigiorosso si fa più intrigante. Cosa inventerà il mister per mettere insieme tutti i pezzi qualitativamente pregiati? Falletti, Johnsen e Vazquez, all-in o variazioni sul tema? Le ipotesi stuzzicano tutte la fantasia, alimentata anche dalla momentanea apertura di Stroppa ad un modulo diverso in caso di necessità. A Lecco il 3-4-1-2 del secondo tempo inoltrato ha permesso alla Cremo di giocare con più uomini di indole offensiva.
Scommessa vinta considerando il risultato. La vittoria del Rigamonti Ceppi rafforza la consapevolezza di un gruppo ripulito di qualche esubero e ora pronto per essere più camaleontico. E in prospettiva ancor più completo e imprevedibile.
Simone Arrighi