Con questo DJ il battimani è
di rigore e il successo corSaro
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Il copia incolla stavolta ha colori diversi. Lo 0-1 di Lecco è più grigio sotto l’aspetto del gioco ma va circolettato rosso cremisi per l’importanza che assume nell’economia di una giornata iniziata con l’acuto del Palermo e proseguita coi ritorni al successo di Como e Parma. Dal colpo di coda di Camara che regala a Pecchia ossigeno da vittoria nel big match col Venezia, al colpo di Coda che mantiene Stroppa in scia in un 2024 finora fiabesco. L’Esopo grigiorosso fa addirittura il Manzoni perché su quel ramo del lago di Como romanza esordi, cambi di spartito e, soprattutto, un nuovo capitolo dell’innominato sogno promozione.
Una vittoria interpretata da personaggi inattesi. La prima in B di Gianluca Saro, che a Lecco giocò e perse ai tempi della Pro Vercelli in C, diventa la rivincita personale perfetta. Con gli interessi di un party grigiorosso blindato col quarto clean sheet consecutivo, il primo griffato dal 23enne. Un successo corSaro, secondo filato dopo La Spezia. Un monumento andrebbe scolpito al sergente di ferro Valentin Antov, un uomo in missione che da quando ha indossato l’armatura grigiorossa non ha mollato di un micron, battagliando anche bendato. E se l’unico avversario a farlo arrossire, Dennis Johnsen, è finito col diventare compagno di spogliatoio…
Già, DJ71, primo norvegese della Cremo: su di lui c’era attesa spasmodica. E mica ha tremato. Un suo guizzo nel primo tempo aveva portato al rigore non fischiato. Una sua sgroppata nella ripresa ha prodotto il penalty realizzato dal bomber Massimo. Tutto questo in una partita in cui DJ71 ha scratchato, cantato e portato la croce. Le insidie del sintetico lariano non hanno aiutato lui e la corale tecnica grigiorossa, ma l’impatto di Johnsen ha già prodotto un rigore campale e una novità epocale: da 3-5-2 a 3-4-1-2, Stroppa ha ridisegnato la Cremo nel corso della ripresa posizionando il norvegese, in avvio mezz’ala di sinistra, come trequartista alle spalle di due punte di lotta e movimento come Afena-Gyan e Tsadjout.
Un esperimento dettato dalla contingenza: il campo non permetteva ricami, meglio concentrare uomini a ridosso della difesa altrui per tenere su palloni, anche sporchissimi, contando poi sui tentacolari Castagnetti e Abrego. Un cambio però futuribile, sul quale Stroppa potrà riflettere e azzardare: chissà col Mudo Vazquez come potrà essere il melting-pot. Intanto si è scoperta anche la duttilità di Cesar Falletti, giocatore di estro ma anche intelligenza tattica che dopo due gare in mediana ha fatto il “diez” a rimorchio di Coda.
Insomma, la Cremo da Lecco porta a casa molto più di una vittoria di rigore in casa dell’ultima della classe. Mantiene una solidità da primato europeo pur senza Ravanelli e con Bianchetti impeccabile. Varia sul tema tattico senza risentirne in fatturato. Musica per le orecchie di Stroppa, che a Lecco ha pure cantato e ballato per la prima volta sotto la curva. Figurati, con un DJ così, che col pallone fa battere le mani anche al Frigerio di turno, impossibile stare coi piedi per terra.
Simone Arrighi – inviato a Lecco