Figc coi club su riforma:
"Più tempo e tecnologia"
Una partecipazione tiepida, quella che solitamente si vede alle riunioni di fine stagione: 30 società sull’ottantina presenti in provincia di Cremona, con prevalenza per i club con folto settore giovanile. E un dialogo che, lungi dall’essere risolutivo, ha chiarito che la riforma del lavoratore sportivo, che paragona le società dilettantistiche a piccole aziende, è stata voluta dal Governo e non dalla Figc, che anzi, nel presidente regionale Pedrazzini, ha confermato di essere dalla parte dei club stessi.
Un incontro cordiale, durante il quale sono stati evidenziati alcuni punti fermi: da un lato il tempo in più a disposizione dei club per mettersi in regola, con lo statuto che, ad esempio, potrà essere presentato entro giugno 2024 anziché entro la prima scadenza di dicembre 2023, ormai superata; dall’altro la volontà di migliorare la parte informatica di ricezione documenti, per riuscire a snellire la burocrazia che sta dietro i tanti incartamenti richiesti in più dalla cosiddetta piattaforma RAS. A tal proposito il Comitato Regionale Lombardo ha confermato che nelle prossime settimane sarà online il nuovo sito, più facile da fruire, e che tali richieste di facilitare il compito in particolare dei segretari saranno portate sul tavolo a Roma, dove peraltro il Governo sta ancora normando la stessa riforma, dovendo chiarire alcuni dettagli (ad esempio quali figure rientrino tra gli addetti al campo e quali no).
Pedrazzini è stato molto critico verso la riforma, spiegando che era nata con buone intenzioni, ossia normare le tante zone grigie del mondo dilettantistico, ma che alla fine – per come è uscita – rischia di mettere i bastoni tra le ruote a quello che è un mondo che ha soprattutto una finalità sociale, quando in altri Stati europei lo sport dilettantistico viene invece aiutato, anche finanziariamente, dai Governi.
Oltre al delegato della Figc Cremona Andrea Denicoli e al segretario Gianluca Corbani, che hanno ricordato il vicedelegato Ivan Donini, scomparso lo scorso weekend e per 20 anni impegnato in federazione, era presente anche l’avvocato Tommaso Bottoni, consigliere regionale in Figc, che ha risposto ad alcune domande puntuali.
Alcune società si sono dette contrarie all’abolizione delle quote (ma il sentore è che possano sparire anche in Eccellenza o Promozione, senza più under quindi) e pure del vincolo (che però si lega sempre alla riforma del lavoratore sportivo), mentre difficoltà stanno emergendo sul primo tesseramento di giocatori stranieri, ma pure qui la normativa è stata introdotta dalla Fifa per evitare il malcostume in voga fino a qualche anno fa della “tratta” dei baby calciatori.
A conferma di una riforma che vive un po’ al di fuori del mondo dilettantistico, è stato fatto un esempio: esiste un documento “anti-pedofilia” che viene richiesto a chi viene contrattualizzato ma non ad esempio ai volontari, che magari poi coi ragazzi lavorano per davvero tutti i giorni. Un controsenso.
Buona notizia infine è la raccolta di manifestazioni di interesse, annunciata da Denicoli, per tornare a organizzare, a distanza di quattro anni, un corso allenatore Uefa C e un corso allenatore Uefa D.
Giovanni Gardani