Africa Eco Race, Bruno Arcuri
una sesta tappa da raccontare
Solidarietà, capacità di problem solving, aiuto, carovane. E poi sabbia, e poi in genere, per quanto possibile, sorrisi. Elasticità mentale e vento. Un obbiettivo importante da raggiungere, magari al limite di se stessi, o magari no. Un obiettivo che è solo dentro, in attesa di potersi fare concreto
La tappa più bella, nonostante tutto, nonostante un po’ di – sana – sfortuna. Può essere sana la sfortuna? Certo, bisognerebbe non averla, bisognerebbe forse essere un po’ più legati alla buona sorte. Ma la vita – e l’Enduro soprattutto quando fai parte di quel gruppo che deve fare tutto o quasi contando su se stessi – è pure questa. Bruno Gabriel Arcuri strappa un 40imo posto nella tappa di ieri, con arrivo a Chami. Una tappa gradita al pilota italo argentino tesserato con il MotoClub Bergamonti di Gussola.
Sabbia, sabbia e poi ancora sabbia. Una sabbia leggera, a volte a coprire uno strato di roccia che ha consentito a Bruno di accelerare. Ed arrivare alla fine, con una bella performance. Con una prova che ha mostrato – a lui in primo luogo e a noi che lo stiamo seguendo – come anche nell’Enduro e nel Motul ci sia spazio per la testa, e il cuore. Ieri è stato il momento del cuore e della solidarietà.
Parlavamo di sana sfortuna (e non siamo pazzi, quantomeno non ancora sino a questo punto). A 8 chilometri dalla fine della speciale Bruno si ferma. Dopo un primo momento di sconforto, un po’ di luce. Il racconto è il suo, e lasciamo volentieri alle sue parole la narrazione… “Duecento chilometri di speciale, sabbia mollissima, molle, molle, molle, e a tratti sabbia e sassi assieme, veloce da una parte ma anche impegnativa, perché ti svirgolava di brutto. Per fortuna io ieri mi sono cambiato le gomme dietro e davanti, mi sono messo le Michelin davanti e dietro ho messo le Capra e la moto ha tenuto, viaggiava tranquilla. Poi sono rimasto senza benzina a 8 chilometri dalla fine della speciale, e non capivo il perché. Quando sono arrivato ho capito il perché…”
Il serbatoio 3 ha una crepa. Abbastanza importante da avergli tolto il carburante. “… Ho fatto il pieno al campo e perde. Il serbatoio ha perso tutta la benzina intanto che andavo, perché il giorno prima a vevo fatto il pieno. Cosa succede? Mi sono fermato, subito se ne è accorto l’elicottero, chiedendomi quale era il problema, e chiedndomi se fosse necessario chiamare il camion balai. Ho detto loro di no. Ho pensato di fermare una moto, sono arrivate due moto perché ne avevo fatti di chilometri, ce ne era uno che grazie a Dio aveva il turbo e aveva un vuoto di latte da litro, mi ha dato 2 litri di carburante e così sono arrivato alla fine della speciale, ed ho finito. Adesso sono qui…”
Oggi la tappa 7 dell’Africa Eco Race 2024 sarà un anello intorno a Chami (Mauritania): 473 km in totali, di cui ben 453 di prova cronometrata caratterizzati da sabbia, sabbia e ancora sabbia. Una tappa annullata nell’Africa Eco Race 2023 per il maltempo. Tanti chilometri, ma poche difficoltà, a patto di saper gestire la navigazione e adattare la propria guida al terreno. Sarà sabbia, tutta sabbia. Ieri dopo l’arrivo Arcuri ha cercato di capire bene cosa potesse fare perché doveva cercare di sistemare la questione serbatoio. “… saranno almeno 350 chilometri di sola sabbia e capisci bene che sulla sabbia una moto come la mia consuma. Ti farà gli 8, i 10 chilometri con un litro, adesso guarderò, devo vedere bene. Per il resto tutto a posto…“.
A posto, con un serbatoio inutilizzabile. Il motociclista dell’Enduro, e della categoria autonoma, non si perde d’animo mai. In Malmoto bisogna essere in grado di affrontare ogni difficoltà. Non a caso l’altro ieri il giornalista di Solo Enduro definiva i piloti come Bruno eroi. Senza scomodare Achille o altri guerrieri e eroi della mitologia però, sicuramente i piloti della MalMoto sono come quei naviganti in acque distanti che affrontano ogni volta la tempesta sapendo di poter contare solo – o quasi su se stessi quando sono in mare.
Ieri, nel pomeriggio e in serata il colloquio telefonico con il Direttore Sportivo del Motoclub Bergamonti Sante Granelli e la soluzione trovata nello stesso regolamento. Nulla di non fattibile dunque. A spiegarci il (quasi) tutto lo stesso Sante: “… Ieri Bruno è arrivato 40imo. Una bella prova la sua. Per il serbatoio abbiamo trovato una soluzione e ne parleremo più approfonditamente magari stasera. Il guasto? Questo tipo di Moto (Honda CFR 450) ha 3 serbatoi. Le scariche elettrolitiche che si registrano hanno formato una piccola crepa. La prima cosa da fare è certamente, se non si riesce a riparare al volo essendo sicuri che lo si è riparato, di annullare il serbatoio. Abbiamo studiato un escamotage, verificata che la cosa fosse fattibile e, per regolamento lo è. Abbiamo lavorato in assoluta coscienza, pensando in primo luogo al pilota. A Bruno interessa arrivare a Dakar, e questo è l’obiettivo finale. I pilotoni, quelli professionisti e da classifica, che fanno solo le speciali non hanno problemi di trasferimenti e neppure di guasti, hanno team che mettono in sesto le moto prima di ogni partenza. Se li possono permettere. E viaggiano con medie molto più elevate dei nostri. Un dato su tutti: Bruno ieri ha viaggiato su una media alta, toccando punte di 115kmh. I piloti di testa hanno toccato i 160kmh. Ho rispetto ed ammirazione per loro, ci mancherebbe, ma sono daccordo con Solo Enduro. E’ molto più difficile organizzarsi così…”
All’inizio parlavamo di sana sfortuna e di cuore. Torniamo, anche con il direttore sportivo a parlare di quello. “… Quelli della Malmoto, anche quando sono nella merda sorridono. Quattro chiacchiere tra loro, quattro chiacchiere con chi li segue magari come me a distanza, e poi si cerca di trovare una soluzione soddisfacente. Sono un po’ matti. Ieri pensavo alle caratteristiche di Bruno Arcuri e lui è, anche se non lo ammetterà mai, un vero pilota. Io ad esempio, in percorsi come quello che sta affrontando preferirei la sabbia, e solo quella. Cercherei di aprire l’accelleratore lì, e magari rallentare dove c’è sabbia e sassi, anche se sono sotto. Lui invece è l’esatto contrario: accellerazione quando sotto hai uno strato di sassi dove si scivola di più. Dovrò cercare di convincere anche lui che è davvero un pilota. Sono un pessimista per natura ma anche grazie a Bruno e alla tantissima gente che lo sta seguendo sono convinto che arriverà a Dakar e poi, una volta a casa, ci racconterà di persona che tipo di esperienza è stata. Pure con le gomme quadrate, o soluzioni di emergenza, Bruno arriverà a Dakar…“.
Solidarietà, capacità di problem solving, aiuto, carovane. E poi sabbia, e poi in genere, per quanto possibile, sorrisi. Elasticità mentale e vento. Un obbiettivo importante da raggiungere, magari al limite di se stessi, o magari no. Un obiettivo che è solo dentro, in attesa di potersi fare concreto, ma che è fuori, perché concreti lo bisogna essere, e nonostante tutto, sempre. Bruno fisicamente arriverà a Dakar, non possiamo che sperare e sognare insieme a lui. Ma una cosa con lui la possiamo fare. Tra tante esperienze diverse, e nonostante tutto, nella vita c’è anche bisogno dello spirito dell’endurista della Malmoto. Lo spirito di chi sa guardare più in là di un impedimento, cercando una soluzione, sino a quando c’è. Cercando tutte quelle piccole – grandissime – vittorie dentro…
Na.Co.