La Cremo non regge
l’open Var di fine anno
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Un’ora abbondante di Cremonese da gran galà di fine anno non basta: all’open Var de la Favorita è il Palermo a festeggiare, shakerando gli ingredienti di una corsa playoff mai così su di giri. Sei squadre in cinque punti, tra il secondo posto del Venezia e il settimo del Catanzaro, accendono la miccia di un 2024 che si preannuncia coi botti. E quasi spiace dover tirare il fiato proprio adesso che la bagarre si fa interessante e le contendenti fan di tutto per rimescolare posizioni e gerarchie.
Cremonese su tutte: dopo l’indigestione dell’anti Vigilia col Modena, i grigiorossi a Palermo dimostrano prima la loro netta superiorità, poi il loro autolesionismo. Anche se nell’harakiri del Barbera pesano un paio di decisioni del Var con riprese di campo che non aiutano a certificare la bontà delle linee tracciate a Lissone. Tra una fetta di spalla di Coda e una cotenna di Antov, il lecito dubbio che nella stanza dei bottoni qualcuno non abbia smaltito gli insaccati natalizi viene eccome da pensare… Eppure il fuorigioco tecnologico, ribattezzato “geografico”, dovrebbe essere la scienza più esatta del Var, perché inopinabile. Ma quanto accaduto al Barbera negli episodi chiave resta affare cartesiano. E quel che resta, su carta, è lo zero raccolto dalla Cremo a fronte del tris rosanero, di gol e di punti. Mai in stagione i grigiorossi avevano subito così. Massimo concesso al nemico, un paio di reti.
In Sicilia le amnesie sono parse troppe, nonostante l’ora e passa di calcio totale e corale, d’ampiezza e spettacolarità. Da applausi i gol di Ghiglione (uomo del momento) e Castagnetti, perle incastonate in una prestazione complessiva che al 54’ meritava il tris col ritorno al gol di Coda. Centimetri di offside rimettevano il Palermo in corsia d’emergenza, dopo sbandate da ritiro patente corredate di rischi e fischi (dei 21mila de la Favorita).
La doppia rincorsa patita, con agganci di Nedelcearu e Di Francesco, come fotografie di una Cremo distante dall’impermeabilità degli ultimi due mesi: in un Santo Stefano solo, Jungdal ha preso il triplo dei gol subiti in tutte le altre sei gare giocate, dall’esordio di Brescia alla partita da spettatore non pagante col Modena. Contro un nemico imprevedibile come il Palermo, capace di nove reti fatte e otto prese nelle tre uscite pre-Cremo, basta dare un po’ di corda per annodare il cappio.
I cambi in corsa di Coda e Majer con Afena Gyan e Abrego, il più applaudito Vazquez tolto dal torello nel momento di maggior bisogno, Castagnetti lasciato in balìa degli eventi, gli avanti a non tener più i palloni roventi, fanno sì che Corini, ad un passo dall’esonero, sommi attaccanti prima di trovare la generosità di Jungdal sull’ennesimo colpo di Stulac (ancora tu? Ma non sarebbe meglio vedersi più? Terzo gol contro la Cremo) e bullonare la panchina rosanero azzerando il gap in classifica coi grigiorossi, increduli nel ritrovarsi gambe all’aria dopo un’ora e passa di champagne.
Bollicine prima dell’open Var, che a Palermo hanno già inaugurato per arrivare belli carichi al concertone di Capodanno: al Politeama c’è Elodie, chiamali fessi…
Simone Arrighi – inviato a Palermo