Quel ramo del lago di Como…
Ecco i nuovi Promessi sposi
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Quel ramo del lago di Como dimenticato dalla prosa manzoniana ha trovato i suoi Promessi sposi: la Cremonese e il “Sinigaglia”. Lei flirta prima col Var e poi con Sarr, mandando ai matti Cutrone manco fosse l’ultimo dei bravi. Lui, dopo aver offerto la location del primo amore il 6 maggio 2022, decide a distanza di 520 giorni di fare sul serio in riva al Lario. Con quel po’ po’ di vista è ancora una volta colpo di fulmine, tanto che la Cremo e il “Sinigaglia” diciassette mesi dopo la promozione generano una rinascita.
Tre gol grigiorossi in una partita sola non si vedevano in campionato da aprile: anche allora significarono vittoria (3-2 a Marassi con la Samp) in più oggi vogliono dire per Stroppa una sosta più serena, un sospiro di sollievo… Longo così. A sbancare Como è la prima Cremo dei tre tenori insieme dall’inizio: Coda alla seconda doppietta, Okereke al primo gol stagionale e Vazquez per una frazione da mezzala. Primo tempo di rara efficacia ospite e per la prima volta anche il Var sembra avere radar grigiorossi.
Pronti via e Cutrone inizia la sua personale battaglia contro il fuorigioco. Un Inzaghino nell’epoca sbagliata, a cui l’offside tecnologico leva un gol subito e ne azzera un secondo 40’ dopo. Ma è la Cremo a dettare passo e legge: dopo una decina di minuti di predominio, una mano lesta di Ioannou su Bianchetti fa scomodare il Var e Coda ringrazia dal dischetto. Il primo rigore stagionale non poteva che essere nella stessa porta che consegnò ai grigiorossi l’ultima grande festa. Dal penalty di Di Carmine al 7º marcatore all-time di serie B: in una giornata che scomoda il Massimo dei bomber, anche Okereke si sente in dovere di lasciare il segno. Minuto 32: il nigeriano, alla prima da titolare, mastica male un passaggio ma poi si fionda in pressing, recupera palla e si lancia verso uno 0-2 che diventa manifesto delle qualità feline del 77. Solo gol bellissimi per David, con la difesa del Como a far la figura di Golia.
I lariani, già alle corde, accelerano prima dell’intervallo. Il forcing produce corner in serie, Zanimacchia liscia una respinta, Verdi col mancino dimostra di essere un lusso per la categoria ma le intimità di Cutrone deviano da posizione di fuorigioco: si resta 0-2 per questione di centimetri. Alla ripresa Stroppa è costretto a cambiare uomini: azzoppati Collocolo e Okereke, dentro Majer e Bertolacci con El Mudo rialzato vicino a Coda.
Il Como accende la corrida, la Cremo sugli sviluppi di un corner a favore sbanda incomprensibilmente: lancio lungo per Cutrone, Majer non tampona e Sarr si lascia infilare sul primo palo. L’1-2 riapre la contesa, nella mischia c’è anche Tsadjout che al 64’ spizza di testa per la fuga di Coda: infallibile, implacabile, 1-3 e doppietta del capocannoniere del torneo (fanno 7 su 7 in stagione). Guai però a pensare di averla chiusa: al romanzo manca ancora il finale.
Prima Lochosvhili si becca un rosso per fallo su Mustapha lanciato a rete, poi Tsadjout fa quel che non dovrebbe in area grigiorossa provocando il rigore per il Como. Dal Var a Sarr, Cutrone ingoia un altro boccone amaro e dagli undici metri si lascia ipnotizzare da Fallou, che nel prossimo podcast avrà di che raccontare. Nel finale da saloon c’è spazio per ansie, palpitazioni, uscite a vuoto e un salvataggio di Antov. È 1-3. È la terza vittoria in campionato, come le altre arrivata lontano dallo Zini. Anche se quel ramo del lago di Como dimenticato dal Manzoni, sembra essere diventato l’alcova della seconda casa grigiorossa.
Simone Arrighi – inviato a Como