giovani, calcio e fantasia
giovani, calcio e fantasia
Due giorni nel nome di Gianluca Vialli, da Stamford Bridge a Fuoricinema, da Londra a Milano. Un filo conduttore cremonese ha legato due momenti tra il salotto del calcio d’Oltremanica e la rassegna meneghina: le gesta sportive e umane del campione cresciuto all’ombra del Torrazzo.
La prima, sabato a Londra, nello stadio che è casa del Chelsea, squadra che ha vantato tra le proprie fila un Vialli sia in versione giocatore che allenatore, in un evento amarcord dedicato alle stelle del passato, tutto è sembrato ricondurre ad un grande omaggio per Gianluca. Compresa una maxi coreografia srotolata su di un intero settore dello stadio: “Quando un suo gol illumina il cielo una lacrima riempie i miei occhi” recitava lo striscione sopra la sagoma in blues di Vialli.
Il secondo momento è di domenica, a Milano, in occasione del Fuoricinema. “Luca vita. L’abbraccio di Gianluca Vialli”: con questo titolo si è aperto un diario di ricordi fatto di racconti di amici, colleghi e parenti. Dal nipote Riccardo ai giornalisti Paolo Condó e Ilaria D’Amico, da Clara Mondonico a Francesca Mantovani, e tanti altri ancora. Senza dimenticare Marco “Mec” Pezzoli scomparso tre mesi dopo il suo amico Gianluca. Anche la cremonese Cristiana Mainardi, ideatrice della rassegna e legata a Vialli, ha sottolineato l’importanza di continuare a ricordare Gianluca, sulla scia di quanto gli amici di Grumello continuano a fare con iniziative che prevedono anche l’istituzione di una borsa di studio.
A corollario di Fuoricinema, in un momento tutt’altro che facile per la nazionale italiana, è intervenuto il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, raccontando il Vialli capo delegazione azzurro, quello dell’abbraccio commosso con Mancini alla conquista dell’Europa. “Ho raggiunto l’apice della mia carriera nella gestione sportiva – ha detto Gravina – convincendo Gianluca Vialli a diventare il capo delegazione della Nazionale. Questo è stato possibile grazie anche ai valori che Luca ha condiviso con me e con molti italiani. Non possiamo dimenticare che nella memorabile notte di Wembley e in quegli Europei c’è una parte significativa di Luca. Abbiamo l’obbligo di preservare tutto ciò che Luca ha contribuito a realizzare in questi tre anni. È nostro dovere coltivare e far crescere i semi che ha lasciato”.