Cremonese

Alvini: "Cremo occasione irrinunciabile Non è un punto di arrivo, ma di partenza"

“Per me è un enorme piacere e soddisfazione poter parlare da allenatore della Cremonese e di Serie A: sono molto felice”. Sono queste le prime parole pronunciate in conferenza stampa da Massimiliano Alvini, presentato questa mattina, venerdì 10 giugno, al Centro Sportivo “Giovanni Arvedi” durante una conferenza stampa che ha visto la partecipazione del direttore sportivo Simone Giacchetta e del consigliere strategico Ariedo Braida. Alvini ha quindi aggiunto: “Arrivo a questo traguardo dopo tantissimi anni, ma questo non è un punto di arrivo, ma di partenza. Ringrazio la proprietà nella persona del Cavaliere Arvedi e i direttori che hanno fatto di tutto per volermi e mi hanno fortemente voluto: per me è fantastico, sono molto grato a tutti loro”.

“Arrivo ora – ha proseguito – con grandissima umiltà, consapevole di quel che mi aspetta, ma è una responsabilità che mi porto dentro con gioia. Ho ricevuto una marea di messaggi da colleghi, amici ed ex giocatori, ma i più belli sono stati quelli degli allenatori dilettanti: a loro voglio dire grazie. Ho avuto più di tanti altri la fortuna di arrivare in Serie A, ma questa può essere anche la loro speranza: di riuscirci partendo dal basso, attraverso i sacrifici e le vittorie. Ora sono qui, ma ce la giochiamo insieme. Il risveglio a Cremona è stato emozionante, è bello ed emozionante fermarsi a guardare indietro, ma, come detto, questo è un nuovo punto di partenza e non voglio deludere”.

Sull’addio al Perugia chiarisce: ” Sono grato alla Cremonese di avermi portato qua, ma sono grato al Perugia di avermi dato questa possibilità. Porterò con me mille sfaccettature di una stagione bellissima come quella dell’anno scorso. Bisogna però fare una distinzione tra l’uomo Massimiliano che ha preso una decisione difficile a livello sentimentale e il professionista Alvini che non poteva non cogliere l’opportunità di allenare in Serie A. Non c’è stato nessun tradimento, solo l’occasione di allenare in Serie A, che, soprattutto per chi come me ha fatto un percorso lungo e partito da lontano, è l’aspirazione più grande”.

Alvini poi parla del suo calcio: “L’idea è quella di voler fare un calcio dinamico e aggressivo, di essere dominanti nelle due fasi principali. Chi sranno le grandi squadre non mi interessa, quel che mi importa è quello che vogliamo fare noi: io devo avere un’idea ben chiara e saperla trasmettere ai giocatori e potremo raggiungere il nostro obiettivo – che è la salvezza – lavorando tutti i giorni. Tutte dovranno confrontarsi con noi, metteremo in campo le nostre idee”. “Lo scorso anno – ha aggiunto – la Cremonese era una squadra bella ed imprevedibile, con un’enorme qualità tecnica. Non va sacrificato niente di quanto è stato fatto, perché Fabio (Pecchia, ndr) ha fatto un capolavoro. Sicuramente porterò avanti le sue idee che l’anno scorso si sono rivelate vincenti e sono convinto che per mantenere la categoria si debba continuare sul percorso tracciato da lui cui va, insieme ai giocatori, allo staff e al club, tanto di riconoscimento da parte mia”.

Il tecnico di Fucecchio, in ogni caso, chiarisce che con ogni probabilità si passerà ad una difesa maggiormente orientata sull’uomo, ma sottolinea: “Credo che le caratteristiche dei giocatori si possano adattare, ma io non sono uno che gioca in un solo modo: c’è uno studio continuo. Vedremo i giocatori che avrò a disposizione,le caratteristiche tecniche, fisiche, tattiche e psicologiche e in base a quelle struttureremo un’idea precisa. Sono aperto e c’è totale condivisione con le persone con cui lavoro, a partire dai direttori”.

L’allenatore toscano quindi chiarisce: “Non faccio nessuna promessa: l’unica è lavoro, umiltà, determinazione e voglia di fare bene. Quello che in questi anni mi ha accompagnato nel mio percorso è stata creare empatia tra me e la squadra, tra me e la società e tra me i tifosi. In ogni città dove ho avuto la fortuna di allenatre ho portato avanti questo valore di creare empatia, è stato così ovunque, non ultima a Perugia. Conosco la storia della Cremonese, ho anche visto lo spareggio contro il Livorno: mi ricordo della squadra di Gigi Simoni con il quale ho avuto occasione di parlare alcune volte, di Emiliano Mondonico del quale, con il direttore (Giacchetta, ndr) siamo stati in qualche modo testimoni nel giorno della sua scomparsa. Sono cose che mi lasciano dentro in bel sentimento, sono 120 anni di storia: vorrei che i tifosi dicessero: ‘Andiamo alla Cremo’”.

Sulla prossima stagione pesa poi l’incognita dell0 stop per il Mondiale in Qatar: “E’ una riflessione che stiamo facendo con il mio staff, 52 giorni di sosta sono tanti e sono un’anomalia mai avvenuta per cui dovremo fare degli adattamenti. Ci stiamo già lavorando per capire quale sia la migliore situazione da adottare”. Sui giocatori, invece, evidenzia: “Chiederò loro prima di tutto di divertirsi, perché siamo dei privilegiata a fare questo lavoro. Se oggi alleno in Serie A lo devo, oltre che alle società e ai loro direttori, tantissimo ai calciatori che ho avuto. Oltre a divertirsi, chiederò loro di avere la voglia di migliorarsi continuamente, di curare i dettagli e di non essere giocatori mediocri, anche nei valori. Questa è una grandissima opportunità per tutti, anche per i calciatori: se la sono costruita da soli e chi avrà l’occasione dovrà dimostrare di meritarsi la massima categoria”. Sul mercato, infine, glissa: “Il Perugia ha ottimi giocatori, anche di categoria superiore: era una squadra bella, forte e costruita benissimo dalla società, ci siamo divertiti. Del mercato però si occupano i direttori e mi fido di loro, anche se non credo arriveranno giocatori da Perugia. Sposo in ogni caso la linea del club: prendere giovani che abbiano voglia di crescere, poi ci lavoreremo insieme sul campo”.

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