Un po' Sacchi e un po' Sarri, soprattutto se stesso: chi è Alvini
Massimiliano Alvini arriva a Cremona, ma arriva anche e soprattutto in Serie A. L’accordo coi grigiorossi sancisce il coronamento di un percorso iniziato sui campi dilettantistici della Toscana. L’esordio, addirittura, non è nemmeno in un campionato federale, ma in quello organizzato dalla Uisp.
Alvini, classe 1970, lavora nell’azienda di famiglia (creata col fratello Walter) che produce suole delle scarpe. Un po’ Arrigo Sacchi (anche lui rappresentante di calzature), un po’ Maurizio Sarri che andava a trovare regolarmente quando allenava la Sangiovannese e a cui ha dedicato la tesi al supercorso di Coverciano: “Dal modello di gioco alla preparazione della partita: affrontare il Napoli di Sarri”. E che ora è pronto a sfidare con la Cremonese.
Poi è arrivata la Promozione e l’Eccellenza col Signa, quindi il Quarrata, di nuovo Signa e di nuovo Quarrata prima di firmare col Tuttocuoio dove fa dalla Promozione alla Lega Pro, affrontando in Serie D pure il Pizzighettone, ma soprattutto vincendo una Coppa Italia Dilettanti. Tra i professionisti, Alvini rimane in Toscana, ma alla Pistoiese finisce con l’esonero dopo 30 giornate.
Il biennio all’Albinoleffe con Simone Giacchetta e con un piazzamento playoff, prima dell’esonero nella terza stagione. Quindi la Reggiana riportata in Serie B nell’anno del centenario e il cui lavoro è stato riconosciuto con la Panchina d’Oro di categoria. Il tecnico di Fucecchio non riesce però a salvare gli emiliani nella serie cadetta, ma viene chiamato dal Perugia ancora in B: col Grifo centra i playoff all’ultima giornata e contirbuisce a mandare in paradiso la Cremonese battendo il Monza all’ultima giornata. Ora, in grigiorosso, il nuovo capitolo di una carriera partita da lontanissimo.