Aggressività, coraggio e dominio: il calcio di Alvini
Massimiliano Alvini è un allenatore con le idee chiare. La sua squadra deve essere aggressiva e dominare la partita. Per il tecnico toscano è fondamentale che la propria formazione si sappia riconoscere in principi di gioco che devono esaltare le qualità tecniche, tattiche, fisiche e psicologiche dei giocatori, ma soprattutto che la squadra abbia uno stile di gioco e un’identità precisa, in ogni partita, a prescindere dall’avversario. La parola d’ordine è coraggio, in entrambe le fasi: fare cioè la partita sia in possesso che in non possesso. La chiave per trasmettere i propri prinicipi è l’empatia, altrimenti tutto quel che si prepara non rimane ai giocatori.
E proprio la preparazione ha condotto l’allenatore toscano dalla UISP alla massima serie. Anche perché Alvini prepara più partite durante la settimana, cercando di prevedere ogni possibile variante dell’avversario e di adottare le contromisure necessarie, non in maniera meccanica, ma piuttosto allenando i principi: i giocatori sono quindi in grado di riconoscere la situazione e agire di conseguenza. L’allenatore, nella sua concezione, deve essere in grado di suggerire la lettura durante il lavoro settimanale, ma è poi la bravura dei giocatori a saper interpretare le situazioni in partita. Il 3-4-1-2 è il modulo di riferimento, con il 3-4-2-1 come principale alternativa.
Al di là dei numeri in ogni caso, per Alvini è fondamentale la costruzione dal basso: richiesta, ricercata, pretesa. In questo modo si può portare la palla ai trequartisti e agli attaccanti in modo pulito. Durante la costruzione (che può essere 3+1, 3+2 o 4+1, con l’apporto se necessario anche del portiere) raramente vengono coinvolti gli esterni di centrocampo che si alzano sulla linea degli attaccanti per offrire un riferimento sicuro in ampiezza e per obbligare la difesa avversaria a “stirarsi” lasciando varchi al centro oppure a lasciare libero uno dei due esterni. L’idea è infatti quella di costruire da un lato per attaccare su quello opposto, ma risalendo il campo non attraverso le catene laterali, bensì sfruttando le linee interne.
Anche la conduzione di palla nel sistema del tecnico toscano riveste un ruolo decisivo, per attirare la pressione avversaria liberando una linea di passaggio sul corto o per superare la prima linea difensiva avversaria per cercare un passaggio sul lungo e attaccare velocemente in verticale. Nel controllo della palla (il Perugia è stata l’ottava squadra con le percentuali maggiori nella passata stagione*) determinanti risultano anche le rotazioni, così come per favorire le giocate sul terzo uomo, uno dei principi fondanti del calcio di Alvini insieme al gioco tra le linee, la ricerca dell’ampiezza e l’attacco della linea difensiva avversaria.
L’intensità e l’aggressività sono invece i tratti distintivi della fase di non possesso proposta dall’allenatore di Fucecchio, tanto che il Perugia – nel 2021/22 – è stata la seconda squadra a pressare con maggiore intensità di tutta la Serie B*. La difesa deve essere in avanti, aggressiva e che abbia un forte riferimento sull’uomo: significa cioè che la formazione di Alvini va feroce in avanti a coprire la palla e i suoi giocatori marcano in modo preventivo i possibili ricevitori avversari. Questo, in base all’avversario di turno, può avvenire immediatamente o dopo aver lasciato – ma solo inizialmente – la costruzione ad un singolo avversario.
Alvini vuole andare a prendere in alto gli avversari secondo principi per cui si difende tutti insieme, in avanti e sull’uomo avendo aggressività e coraggio, accettando anche l’uno contro uno con una marcatura forte, anche a costo di non ricomporre necessariamente la linea di difesa. Una linea che, quando si perde il duello individuale, deve essere pronta a scalare in avanti sulle linee di contrasto o in anticipo sulle linee di passaggio.
Si tratta di un impianto di gioco ambizioso, ma che ha permesso ad Alvini di scalare via via le categorie del calcio italiano e che permette alle sue squadre di essere estremamente organizzate e riconoscibili. Ora, il tecnico toscano – alla prima esperienza in Serie A – è chiamato ad alzare nuovamente il livello della propria proposta senza tuttavia tradire il proprio modello di gioco, come ha già dimostrato di saper fare durante tutto il suo percorso.
Mauro Taino
*Dati Wyscout S.p.A. (wyscout.com)