Varese brava a sfruttare i blackout difensivi della Vanoli e lo small ball
Cremona inizia con il piede sbagliato dopo la sosta del campionato con una sconfitta all’Enerxenia Arena di Masnago contro Varese per 90-78. I presupposti non erano incoraggianti con i biancorossi in forma e sulle ali dell’entusiasmo nonostante qualche limite a livello di roster.
La differenza comunque l’ha fatta la profondità di soluzioni offensive di fronte all’allarmante fase difensiva cremonese: se da un lato i biancoblù hanno prodotto in attacco a fasi alterne, il più delle volte le maglie difensive hanno spalancato i proprio ranghi alla Openjobmetis. In più di una occasione i biancorossi hanno trovato giocatori smarcati sotto canestro o penetrazioni facili con vie preferenziali libere verso il canestro.
Non sono mancati poi momenti di “confusione” in cui la Vanoli ha perso palloni ingenuamente causa fretta di rimontare o di iniziare l’azione: per lunghi tratti è tornato il copione della mancanza di una regia senza Poeta in campo, costretto agli straordinari con 14 assist smistati sui 19 totali di squadra.
Varese dalla sua, seppur non sempre “bella da vedere” ma efficace ha ruotato bene le proprio carte in mano, dallo small ball con il solo Sorokas come lungo, passando per Keene e Beane per un azione veloce alle soluzioni da tre. La formazione di Roijakkers nonostante non presentasse centri puri, ha fatto di necessità virtù colpendo anche da tre con un 34.5% complessimo, anche se il mgiliore è stato Woldetensae con un 4/5. Cremona ha provato a forzare la mano in qualche occasione, ma il più delle volte i tiri dall’arco sono sembrati più frutti di una insperata fortuna dopo tentativi senza ritmo.
Sotto le plance la certezza è arrivata dalla prova di sostanza di Dime, autore di 18 punti, 6 rimbalzi e 3 stoppate. Prova incolore degli altri lunghi biancoblù Sanogo e McNeace: 0 punti e 3 rimbalzi in due, una risposta netta che ha sicuramente pesato in un match in cui la composizione avversaria avrebbe potuto volgere a vantaggio della Vanoli.
Lorenzo Scaratti