Il bomber gentile: trent'anni senza il sorriso (e i gol) di Icio Ferrari
“Icio con te, per te”. Lo striscione ha campeggiato a lungo prima al vecchio “Comunale” di via Corsica e poi in Baslenga, in quello stadio che dal 1994 è divenuto casa fissa della Casalese. Icio Ferrari se n’è andato – in una brutta serata di pioggia e da tregenda – di trent’anni fa. Il 14 ottobre, per la precisione, sono stati tre decenni senza quel sorriso contagioso, senza quella faccia da bravo ragazzo, senza i suoi gol (che pure, dinnanzi alla morte, sono l’ultima cosa che conta e, assieme, uno dei ricordi più felici e puri che di lui rimangono).
Originario di Torre dè Picenardi, Maurizio Ferrari è stato il bomber di quella “Casalese dei casalaschi” che con lui – e con chi poi lo onorò sul campo – riuscì a scalare le categorie dalla Prima fino alla serie D. Un processo partito alla fine degli anni ’80, con un settore giovanile che finalmente stava sbocciando portando tanti atleti di casa in prima squadra, e concretizzatosi poi dal 1990 al 1994, proprio gli anni del “cambio di campo”.
Non a caso Tino Boni, altro compianto gigante della storia biancoceleste e l’artefice della successiva scalata, arrivò in panchina già alla fine della stagione 1989-1990, conclusa con una retrocessione in Prima a testa comunque altissima. Il nuovo stadio di Casalmaggiore era già stato progettato quando Icio se ne andò, dunque nessuno poteva sapere che quella struttura, alla fine, avrebbe preso il suo nome. Lo stesso impianto dove oggi il club di Casalmaggiore continua a giocare.
Sì, Icio Ferrari è stato talmente importante nella storia della Casalese (e, prima ancora, del Torre), da essere ricordato a Casalmaggiore dall’impianto calcistico principale del comune e, nella sua Torre dè Picenardi, dalla società che per diversi anni ha calcato i campi della Figc in provincia, col nome appunto di Torre Icio.
Icio Ferrari restò vittima di un grave incidente stradale l’11 ottobre 1991, quando il campionato era cominciato da tre giornate appena. Era un venerdì notte, Maurizio tornava a casa dopo una serata spensierata coi compagni della Casalese a casa di Milco Abelli a Vicobellignano: il sinistro avvenne a Drizzona, dove ora si trova una parte della tangenziale costruita pochi anni dopo, sulla strada di casa, sulla strada per Torre dè Picenardi. La notizia lasciò sgomenta la Casalese, i suoi compagni, gli amici e tutto il territorio, avvertiti il sabato mattina.
Icio venne operato d’urgenza all’ospedale di Casalmaggiore, poi venne trasferito a Parma. Qui tutta la Casalese si precipitò subito dopo la gara domenicale nella categoria Promozione, dove i biancocelesti erano tornati dopo un solo anno di purgatorio in Prima nel 1990-1991, trascinati dai gol – manco a dirlo – di Ferrari. Si pregò e si sperò, finché il 14 ottobre 1991 alle ore 3 del mattino tra domenica e lunedì anche Icio si arrese al destino. Aveva 27 anni. Per provare a sostituirlo a Casalmaggiore arrivò Giorgio Campus nel mercato di novembre, dal Roteglia.
Ma nulla da allora, senza più il suo sorriso, la sua progressione, le sue giocate al Trofeo Acqua Vera, uno dei più importanti giocati dalla Casalese nelle sua ultracentenaria storia allo stadio dei Marmi di Roma, nel giugno del 1991, è stato più lo stesso. “Icio con te, per te”: uno striscione che è stato un monito per una generazione intera ogni volta che si scendeva in campo, la generazione dei compagni di Icio Ferrari, la generazione – fenomenale e probabilmente irripetibile – della “Casalese dei casalaschi”.
Giovanni Gardani