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Vanoli, la salvezza del cuore e del lavoro quotidiano

In dodici stagioni in Serie A, Cremona ha conquistato undici salvezze, un ripescaggio e tre partecipazioni ai playoff, in un caso arrivando addirittura a gara-5 delle semifinali.
 Magari non da piani alti, almeno non sempre, ma parliamo di una società e di una squadra che nel corso degli anni si è guadagnata lo status, se non di certezza, sicuramente di solida realtà.
 Sulla carta non dovrebbe quindi stupire l’ennesima permanenza nella massima serie conquistata sul campo, eppure questa ha un sapore decisamente differente.

A costo di scadere nella retorica, questa è la salvezza del realismo, del lavoro quotidiano in palestra e dietro le quinte, del saper stringere i denti in una stagione pazza per tutti, che a Cremona rischiava addirittura di non partire.
 Invece eccoci qua a festeggiare a due giornate dal termine, appagati ma non sazi, consci di aver portato a termine la missione più difficile ma ora stimolati a cercare di mettere una ciliegina dal nome “playoff” sopra ad una torta che in pochi pronosticavano Cremona potesse anche solo assaggiare.

La Cremona ultima nei ranking pre-stagione di praticamente tutti gli addetti ai lavori, quella Cremona che iniziò la stagione prendendo una bruttissima scoppola in quel di Trieste e cedendo il passo in casa ad una Venezia che ebbe quasi paura ad infierire. Nubi nerissime vorticavano sopra al Torrazzo, spazzate poi via da un’incredibile vittoria a Bologna contro la Virtus e dal successivo successo-salvezza, rivelatosi tale solo a stagione inoltrata, contro la Varese di Scola.

Chissà dove saremmo ora senza quegli sciagurati supplementari e senza quei tanti finali di partita che non ci hanno sorriso, ma al piangere sul latte versato è preferibile godere di quanto questa squadra abbia conquistato. Contro il pronostico di tutti, contro le rotazioni a otto spesso ridotte a sette, contro la pandemia, contro le settimane passate senza riuscire ad allenarsi 5vs5.

E’ la salvezza di una società che è andata in difficoltà ma che non ha mollato, di un G.M. rimessosi in pista dimostrando ancora una volta il proprio valore, di uno staff tecnico, allenatore in primis, che si è speso anima e corpo per plasmare un gruppo che ha compreso l’importanza e la difficoltà della posta in palio, trasformando gli ostacoli in stimoli.

“Impossibile non voler bene a questi ragazzi”, ha dichiarato coach Galbiati a salvezza ottenuta.
 E allora il pensiero non può non andare a tutti i ragazzi, diversi tra loro ma ugualmente importanti. 
Peppe, T.J., David, Fabio, Daulton, Jarvis, Marcus, Jaylen, Lazar, Andrea e pure Topias, che se ne è dovuto andare prima del tempo.

Non li ricorderemo come la Vanoli più forte che abbia mai calcato il parquet, ma di sicuro un posticino nel cuore dei tifosi se lo sono ritagliato.
 Presenti nella stagione più difficile, ognuno decisivo, ognuno a portare il proprio piccolo o grande mattoncino per fare l’impresa.
I playoff non sono mai stati un obiettivo, ma raggiungerli sarebbe romanticissimo.
Soprattutto, sarebbe il giusto premio per chi ci ha creduto fino alla fine.

Alberto Guarneri

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