Vanoli, Lee: "La chiave è avere fiducia reciproca: saremo giudici del nostro destino"
Ospite di Basket&Co su Cremona1, il giocatore della Vanoli Marcus Lee, accompagnato dal team manager Mauro Saja, ha sottolineato: “Sono state settimane difficili dove sicuramente abbiamo lavorato molto. Il fatto di avere sempre fiducia reciproca è la chiave che ci ha portato ad un’importante vittoria lo scorso sabato”.
Lee ha quindi evidenziato in modo particolare l’intesa con Poeta: “E’ speciale, ci troviamo bene sia dentro che fuori dal campo. Questo deriva dal fatto che siamo due persone molto intelligenti che si capiscono anche senza guardarsi: sul parquet basta un cenno per capire cosa vuole l’uno dall’altro. In generale è molto importante anche per tutta la squadra”.
Il centro bianconblù parla quindi del suo rapporto con Paolo Galbiati: “Il coach mi chiede presenza ed energia in campo, soprattutto a livello di rimablzi, ma anche di essere efficace sotto le plance: ne abbiamo parlato molto”. “La sua giovane età – ha aggiunto – è una cosa buona per noi perché ti dà maggiore fiducia. Se stai lavorando in un certo modo ti senti anche autorizzato a dare la tua opinione perché ha un profondo rispetto e ti permette di esprimere la tua opinione”.
Lo statunitense racconta poi dell’esperienza col Covid: “Chiaramente, in generale, il modo di vivere è cambiato anche per me, a partire dal modo di relazionarsi con i tifosi che non ho avuto il piacere di conoscere al PalaRadi. Mi sono dovuto adattare. In questi mesi ho studiato di più, leggendo libri e guardando video per informarmi maggiormente sul mio lavoro”. “Per quanto mi riguarda – sono contento della reazione della squadra, che è stata colpita due volte: una reazione che ci ha permesso di unirci ancora di più e di lottare ancora più aspramente per i nostri obiettivi”.
In questo senso, Lee non teme il finale di campionato: “Siamo noi la squadra più pericolosa per noi stessi, siamo quelli contro cui le altre hanno paura di giocare. Ci possono essere giornate negative, ma anche altre dove abbiamo tirato fuori il meglio e messo in difficoltà anche le formazioni di alta classifica. Saremo noi i giudici del nostro destino”.
Lee ha quindi spiegato l’adattamento di un giocatore statunitense in Europa e viceversa: “Per me è molto particolare il modo in cui si gioca qui perché è molto diverso rispetto agli USA per cui receprie i suggerimenti dei giocatori di questa Lega è importante e fondamentale”. “L’approccio migliore – ha aggiunto – per un europeo che arriva in una lega americana, a mio avviso, è portare la propria tipologia di pallacanestro e ciò che sa fare bene. E’ la stessa cosa che ho provato a fare anche io in Italia dovendomi integrare in un sistema differente”.
Sul lato personale, il centro della Vanoli ha parlato del suo tatuaggio e dei ragazzi affetti da autismo: “E’ un po’ una memoria su come affrontare la vita, mi fa pensare a quei ragazzi che mi hanno insegnato molto e mi hanno fatto riflettere sul vero senso della vita: mi hanno dato tanta energia e tanti pensieri positivi”. “Oltre a giocare a basket – ha svelato di sé -, sono un grande appassionato di volley, sport che ho praticato nel passato. Inoltre, in Kentucky ho lavorato anche come publicitario e ho provato a dare una mano anche al club qui a Cremona. Ora ho comprato anche una casa negli Stati Uniti con la mia compagna per cui sto imparando molto su cosa significa ristrutturare: quando tornerò a casa sarò molto impegnato con questo fatto”.