numeri e statistiche
del ritorno con la Juve Stabia
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del ritorno con la Juve Stabia
Anche Luigi ‘Gigio’ Gresta ha voluto partecipare alla raccolta fondi per salvare la Vanoli. Gresta è stato alla Vanoli per una stagione e mezza, prima come assistente di Attilio Caja (2012), poi come capo allenatore (da novembre 2012 a dicembre 2013). Un’esperienza intensa, rimasta nel cuore del tecnico pesarese: “Non mi sento un filantropo, è stata una donazione quasi simbolica per manifestare una vicinanza e dire ‘bravi’ a chi ha cercato di coinvolgere gli amanti della Vanoli con questo gesto bello”.
Cosa pensa della situazione in cui si trova la Vanoli?
Mi dispiace molto che si sia creata questa situazione, come già successo in altre piazze in cui mi ero trovato bene, come ad esempio Avellino. Desidereri che Cremona non dovesse scomparire dalla geografia della pallacanestro italiana, anche perché i grandi risultati sono molti recenti. Si capisce che il virus ha messo in difficoltà tutta Italia ed in particolare quella zona. Dopo tanti anni di filantropia di Aldo Vanoli, Davide Borsatti e quanti hanno partecipato ai successi del club, spero che una città ricca come Cremona possa trovare le risorse per andare avanti.
Da diverse stagioni allena in Austria: come vede da fuori il basket italiano?
Faccio una constatazione oggettiva e empirica: se piazze storiche e piene di entusiasmo – come possono essere Roma o la stessa Pesaro di cui fino a qualche giorno fa non si conosceva precisamente il futuro – non riescono a trovare chi possa investire nel basket, vuol dire che il basket stesso non è in salute. La politica, nazionale e della pallacanestro, deve fare in modo che investire in questo sport abbia un senso e non siano semplici donazioni. Mi fa strano, perché non c’è sport più bello di questo: è romantico, coinvolgente, si vede da vicino e in modo confortevole. E’ inconcepibile che un prodotto così bello possa essere così ai minimi storici.
Un’altra spia sono le rinunce a salire in Serie A.
Mi chiedo: se anche squadre come Verona o Ravenna, che tanto aveva polemizzato per la promozione di Torino, se chiamate a partecipare al piano di sopra rinunciano, con che spirito si giocheranno i playoff? Ai miei tempi c’era agonismo per salire, adesso si rinuncia…poi sia chiaro, chi rinuncia non è stupido e fa i suoi calcoli. Giustamente prima vengono altre cose, chi deve mettere i soldi, se la Serie A diventa proibitiva, bada a non andare gambe all’aria. Bisogna rivedere la pallacanestro nel suo complesso, anche dal punto di vista fiscale.
Il suo futuro sarà ancora in Austria?
A gennaio ho firmato un’estensione del contratto fino al 2022 nella squadra dove sono dal 2017 (BC Vienna, nda). Mi trovo molto bene. Per fare un esempio, il club ha corrisposto a me, come ai giocatori, il 100% dello stipendio nonostante il virus e nonostante avessero facoltà di ridurre la cifra: anche a fronte di gesti come questi bisogna essere riconoscenti. Poi è ovvio che l’Italia è l’Italia, la mia famiglia è qui e mi piacerebbe tornarci, ma, se continuano a volermi, fino al 2022 sono a Vienna e ci rimango volentieri.
Si sa già qualcosa sulla ripresa della nuova stagione?
In campo ci sono tre ipotesi: iniziare il 3 ottobre, come di consuetudine, a novembre o a Natale. Ovviamente nel primo scenario, che rimane il più probabile, si giochererbbe senza pubblico, anche se pare che la situazione in Austria stia migliorando
Che obiettivi avete?
Ogni anno cerchiamo di fare le nozze con i fichi secchi, ma probabilmente il nostro budget rimarrà invariato rispetto all’ultimo campionato, mentre per altri, a causa degli effetti dell’emergenza sanitaria, calerà: magari questi fichi maturano…
mtaino