Cremona, Bocciodromo verso la chiusura? La proposta del Comune al vaglio di Federbocce Lombardia
Il bocciodromo di piazzale Azzurri d’Italia potrebbe avere i giorni contati. Troppo dispendiosa la manutenzione straordinaria richiesta dall’impianto, attivo da metà degli anni Novanta e da sempre dato in gestione dal Comune alla Federazione italiana Bocce. Il 31 gennaio la convenzione scade e proprio in vista di quella data già dalla scorsa estate si sono svolti incontri tra l’assessorato allo Sport del Comune, supportato dal Servizio Patrimonio e il gestore. Giovedì scorso l’ultimo, teso incontro che non ha portato ancora ad una decisione finale: la proposta del Comune è ora al vaglio degli uffici regionali della federazione, ma l’esito non sembra favorevole al mantenimento di una struttura che con il passare degli anni è diventata sempre più onerosa da mantenere e che non ha più l’attrattività di un tempo. Delle tre associazioni bocciofile che vi facevano capo, non ce n’è più nessuna, l’unica società sportiva che vi fa riferimento è il Flora per pochi allenamenti settimanali. I fruitori sono essenzialmente anziani, ed è proprio sulla valenza sociale dell’impianto che la Federazione sta facendo leva per convincere il Comune a rinnovare la convenzione senza oneri aggiuntivi a suo carico, ma con una serie di interventi manutentivi e di messa a norma che siano a carico del Comune, nell’ordine di diverse centinaia di migliaia di euro (non milioni, come erroneamente scritto in precedenza).
“La storia parte da lontano” – spiega l’assessore allo Sport Luca Zanacchi – dallo scorso mandato amministrativo quando la federazione e il Consorzio Bocce Lombardia avevano presentato una proposta di massima per il rinnovo che prevedeva forti investimenti.
“Il progetto non era poi mai stato dettagliato. Quando si è insediata la nuova amministrazione abbiamo subito affrontato la questione e già a novembre avevamo prospettato due possibili opzioni che poi successivamente abbiamo formalizzato. La prima, sicuramente più onerosa per la federazione, è la concessione in diritto di superficie dell’area per un certo numero di anni, con oneri di manutenzione a carico del concessionario; la seconda, secondo me assolutamente più percorribile e su cui c’è la massima disponibilità del Comune, è un parternariato pubblico – privato regolato dal Codice degli appalti, a cui il privato partecipi per il 51%. Ipotizzando un intervento di manutenzione di 360mila euro, il Comune potrebbe in questo modo contribuire con 12mila euro all’anno per 15 anni”. Tra le criticità emerse, rispetto alla richiesta della federazione, c’è anche il tema del bar, esercizio commerciale a tutti gli effetti e che quindi deve sottostare alle regole dei pubblici esercizi: qui sono stati eseguiti lavori edili non autorizzati, su cui l’amministrazione ha già mosso rilievi e che devono essere sanati. L’attuale gestore peraltro ha già comunicato di non intendere restare oltre il 31 gennaio, avendo già preso in gestione un altro locale.
“Da un lato – afferma Zanacchi – ci viene detto che il bar svolge un importante funzione di aggregazione sociale; dall’altro apprendiamo che è già intenzionato ad andarsene indipendentemente dal rinnovo della convenzione. Il Comune non ha assolutamente intenzione di mandare via le bocce da qui – tant’è che abbiamo proposto una proroga di alcuni mesi per far valutare la nostra proposta alla federazione regionale – ma non può nemmeno usare due pesi e due misure nei confronti della altre realtà sportive che hanno in concessione impianti comunali: questo è un impianto sportivo, che ha finalità diverse da un centro anziani, se non applicassimo questa distinzione farei un torto al resto della città, a cui devo rendere conto. Dobbiamo costruire un percorso all’interno delle regole e la gestione deve comprendere attività che la rendano sostenibile anche dal punto di vista economico”.
La Federazione – riferisce l’assessore – attualmente paga un canone quasi a zero per la fruizione della struttura, più un rimborso forfettario delle utenze di circa 7mila euro l’anno; il Comune sostiene la struttura con circa 29mila euro l’anno.
Una mediazione “lunga e difficoltosa” quella che sta andando avanti da mesi e che adesso dovrebbe concludersi o con un improbabile rinnovo (la federazione locale ha fatto presente di non avere soldi per sostenere gli interventi) o con un addio al bocciodromo, che negli ultimi anni molti appassionati hanno già sostituito con il più moderno impianto del Palabosco o con il circolo Signorini. In questo caso ci sarebbe già una fila di società sportive pronte a subentrare: la fame di impianti è notevole a Cremona, dove le società sono tante e le strutture al coperto troppo poche. g.b