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Boccia paralimpica, presentato a Cremona il progetto

Il progetto della boccia paralimpica è stato presentato questa mattina, venerdì 22 novembre, attraverso un laboratorio sperimentale alla presenza di Mauro Perrone (Referente Nazionale FIB – Federazione Italiana Bocce – per la Boccia Paralimpica) e Matteo Volontieri (Atleta dell’ASD SuperHabily di Abbiategrasso). Promotori dell’iniziativa sono ASST di Cremona, Comune di Cremona, UISP Cremona, CRAL – Aziende Sanitarie Cremonesi, Anffas, Associazione Amici di Gianni e Massimiliano, Associazione Marcotti Osvaldo, Cooperativa Il Ventaglio Blu, Cooperativa il Cerchio, Cooperativa Sociale Agropolis, ASD SuperHabily, Federazione Italiana Bocce e FIB Lombardia.

Come ha spiegato Manuela Monfredini (Disability Manager, ASST Cremona e referente del progetto) “la boccia paralimpica in Italia è una disciplina sportiva che sta suscitando un notevole interesse: importata dall’estero nel 2013, attualmente, nel nostro Paese, conta una dozzina di società sportive e più di 70 atleti professionisti”. “Questo – ha aggiunto – perché si tratta di uno sport inclusivo ed universale: possono giocare persone con qualunque condizione fisica che, in questo modo, hanno l’opportunità di praticare uno sport e di poterlo fare anche a livello agonistico nazionale/ internazionale. E i benefici sono molteplici: dal miglioramento delle abilità motorie e della coordinazione, all’aumento dell’integrazione sociale senza escludere il divertimento”.

Coinvolgente e puntuale l’intervento di Mauro Perrone che ha precisato con forza che “la boccia paralimpica non è un gioco, ma uno sport”. Uno sport che “non fa differenze, nemmeno fra maschi e femmine: le regole sono uguali per tutti”. “E’ l’atleta – ha concluso Perrone – che decide quali azioni compiere e le giocate possono essere spettacolari. Sono molto contento che a Cremona si stia provando a fare una squadra. Poi, rivolgendosi al pubblico presente, ha lanciato una provocazione avvincente: “Vi sfido in palestra a fare a fare i tiri che fanno i giocatori”.

“Questo è l’inizio di un percorso – ha spiegato Paola Mosa (Direttore Socio Sanitario, ASST Cremona) – che intende portare alla realizzazione di un progetto più grande e duraturo: lo sviluppo di una vera e propria attività rivolta ai giovani più fragili interessati da una condizione di disabilità (lieve, grave e molto grave). Ciò sarà possibile solo attraverso la collaborazione fattiva delle Istituzioni, delle Associazioni e delle Cooperative che si occupano di disabilità e fragilità. L’idea è quella di coinvolgere come primi fruitori un gruppo di persone adulte e i bambini e gli adolescenti in cura presso la Neuropsichiatria Infantile dell’ASST. Il nostro obiettivo è offrire alle famiglie un nuovo servizio, unico per la sua utilità in ambito socio-sanitario, culturale e civile. Siamo, infatti, convinti che lo sport possa essere al contempo sinonimo di salute, benessere, altruismo, cooperazione e apprendimento.”

“L’auspicio – ha affermato Luca Zanacchi (Assessore allo Sport del Comune di Cremona) – è che questa nuova realtà sportiva possa svilupparsi ed evolvere. In tal senso, l’Amministrazione comunale e l’Assessorato allo Sport sono prima linea per la diffusione di nuove esperienze aperte alla cittadinanza. Le potenzialità offerte dalla boccia paralimpica sono decisamente interessanti, anche in termini di aggregazione e condivisione. Su questi progetti e il loro sviluppo ci sarà sempre la piena collaborazione da parte del Comune di Cremona.” Presente anche Carolina Maffezzoni (Direttore Socio Sanitario di ATS Val Padana) che apprezzando l’iniziativa ha manifestato la piena condivisione di ATS dei principi e degli obiettivi che sostengono il progetto, perché “tutto quello che si fa insieme ha successo”.

La boccia paralimpica è una disciplina simile alle bocce classiche, ma le regole del gioco, i materiali utilizzati e gli spazi in cui si pratica sono ri-adattati per consentire a persone con disabilità fisica (grave e gravissima) di giocare. L’80% dei praticanti ha una cerebrolesione (tetraparesi spastica, atassia, distonia, ecc.). La percentuale restante ha una forma di disabilità fisica non derivante da paralisi cerebrale (distrofia muscolare, SMA, pluri amputazioni agli arti). Tale sport si pratica esclusivamente in palestra su un campo delimitato da nastro adesivo largo 6m e lungo 12,5m. Le bocce hanno un peso di 275 g, una circonferenza di 27 cm, sono morbide al tatto e sono rivestite di materiale in similpelle, tale da consentire una maggiore presa e maneggevolezza da parte degli atleti. Le bocce possono essere tirate, lanciate, spinte con i piedi o rilasciate attraverso uno scivolo.

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