Calcio

Cesare Prandelli on stage: pillole di calcio e di vita a Romanengo

Un ospite d’eccezione all’Auditorium di Romanengo, giovedì sera, ha animato la serata. Un personaggio legato a Orzinuovi, ma soprattutto a Cremona, dove ha giocato in avvio di carriera, prima di spiccare il salto all’Atalanta e alla Juventus. Cesare Prandelli, ct della Nazionale Azzurra nell’Europeo 2012 chiuso al secondo posto e nello sfortunato Mondiale brasiliano del 2014, si è raccontato a grandi e piccoli.
Una serata a ingresso libero, che semplicemente ha previsto una prenotazione all’ingresso, considerando i posti limitati. L’organizzazione era a carico dell’assessorato alla Cultura del comune di Romanengo con Federico Oneta e di Pippo Crotti, attore cremasco molto noto e direttore artistico della rassegna “Alla Rocca con…”, aperta proprio da questo incontro, primo di cinque appuntamenti, spostato in Auditorium per favorire un maggiore afflusso. Tra il pubblico tanti curiosi, tifosi di calcio, genitori e le rappresentative giovanili di Romanengo, Vailate e della Pierino Ghezzi di Cassano d’Adda, oltre al sindaco di Romanengo Attilio Polla.
Si è parlato di calcio, ma anche di educazione, partendo dall’assioma Atalanta, ossia dal progetto portato avanti dal compianto Mino Favini, che valutava i calciatori del vivaio nerazzurro anche dal loro rendimento scolastico. Prandelli ha regalato aneddoti umani, più che tecnici, ricordando ad esempio lo splendido rapporto con Davide Astori, prematuramente scomparso due anni fa e che lo stesso ct convocò in Nazionale per la prima volta. “Astori, quando mi ha visto a Firenze un giorno, ha inchiodato l’auto ed è sceso per farmi conoscere sua figlia nata da poco: un episodio che mi è rimasto dentro” ha rivelato Prandelli. E ancora l’esperienza alla Cremonese, quando a 16 anni Titta Rota disse a Cesare che da buon centrocampista sarebbe presto divenuto un ottimo libero. E ancora gli anni alla Juventus, con molte domande dal pubblico su questa esperienza.

Tra i passaggi più significativi e attuali, quelli sulla Nazionale (“oggi abbiamo tanti bravi giocatori, ma manca il fuoriclasse, mentre prima abbondavano”), sul rapporto educazionale coi genitori e infine sui social network, “pericolosissimi per i giovani, perché generano solitudine, e la solitudine spesso sfocia nella violenza”. Una serata piacevole e ben condotta da Crotti, che ha già convocato un altro ospite d’eccezione per il prossimo appuntamento della rassegna: l’8 novembre arriverà l’attore, dunque collega di Crotti, Giorgio Tirabassi, che ha già prestato il suo volto per il Paolo Borsellino visto nella miniserie tv.

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