Nuoto sincronizzato, squadra a rischio. Lancetti: 'In Piscina Comunale tariffe troppo alte'
La squadra del nuoto sincronizzato cremonese rischia di chiudere i battenti a causa delle tariffe troppo alte, e praticamente quadruplicate rispetto a quanto pagano le società affiliate Fin, richieste da Sport Management per allenarsi presso la Piscina comunale. A denunciare la situazione è Riccardo Lancetti, presidente della società sportiva Cremona Sport (nonché ex direttore di Sport Management), a cui il gruppo delle atlete si appoggia.
Dunque, mentre la diatriba relativa alla gestione della piscina comunale si trascina tra un’aula e l’altra di tribunale, con l’approssimarsi della stagione invernale, quella in cui le società sportive devono sfruttare la struttura pubblica per gli allenamenti, iniziano i problemi di dialogo con il gestore stesso.
“Nel mese di agosto siamo stati contattati dall’allenatrice e dai genitori della squadra di nuoto sincronizzato tesserati lo scorso anno agonistico per Sport Management, gestore dell’impianto comunale” racconta Lancetti. “Dopo la loro pessima esperienza e viste le vicende giudiziarie in corso, ci hanno chiesto la possibilità di una collaborazione. Siamo stati ben lieti di cercare uno spazio che ci è stato gentilmente concesso dalla Canottieri Baldesio. Abbiamo contrattualizzato l’allenatrice, tesserato le ragazze per il Csi, che è il nostro ente di promozione sportiva di riferimento, e iniziato regolarmente l’attività il 9 settembre”.
Nel frattempo, tuttavia, avvicinandosi il cambio di stagione, si è reso necessario chiedere gli spazi acqua per l’inverno a Sport Management. “Ci è stata proposta una tariffa di 40 euro+Iva all’ora invece che i 9,70 euro iva compresa riservato alle società affiliate Fin” sottolinea Lancetti. “Ci siamo resi disponibili a pagare i 40 euro più Iva fino al completamento dell’affiliazione, ma appellandosi a termini temporali previsti dal bando Sport Management non si è spostata dalla propria posizione”.
Una situazione che per Lancetti e per le stesse giovani atlete è inaccettabile: “E’ chiaro che la differenza di prezzo delle corsie verrebbe riversata sulle quote di iscrizione, le quali diventerebbero insostenibili per le famiglie: la singola quota infatti sarebbe oltre i mille euro”.
Nel frattempo sui social di Sport Management è comparsa la pubblicità di un corso di nuoto sincronizzato che partirà ad ottobre presso l’impianto: ma no è certo questo che serve alle ragazze,che “hanno bisogno di essere allenate da un’allenatrice, non di un corso” attacca Lancetti. “Tante di loro si impegnano in questo sport da anni, con lusinghieri risultati sia a livello regionale che nazionale. Come potranno le loro famiglie spiegare loro che non potranno più praticare lo sport che tanto amano?. Secondo punto particolare è che né l’allenatrice, né le atlete o i loro genitori sono stati contattati per presentare il nuovo progetto. Ormai le temperature si stanno abbassando e tra pochi giorni l’attività in piscina scoperta non si potrà più effettuare”.
Quello che viene contestato a Sport Management “non è una grave violazione del bando, ma un’interpretazione rigida nella forma più che nei contenuti” conclude Lancetti. “Non ci è mai stato detto che lo spazio non c’è, è sempre stata solo una questione di importi e di scadenze. Vedo quindi molto lontana la promessa di fattiva collaborazione con le realtà locali di cui Sport Management si è sempre fregiata. Auguro a tutti i Presidenti di squadre di nuoto e pallanuoto cremonesi di non trovarsi nelle nostre condizioni”.