Basket

MgK Vis, il bomber è un 'Bimbo': Lorenzetti guida Piadena

Quando snocciola i suoi idoli cestistici, Lebron James tra gli stranieri e Belinelli tra gli italiani, Antonio Lorenzetti, per tutti ‘Bimbo’, sa e ammette di essere un po’ scontato. Ma è l’unico momento dell’intervista in cui potresti azzeccare, senza aspettarle, le risposte. Perché per il resto l’ala classe 1995 che sta trascinando la MgK Vis Piadena verso il traguardo che non si può nominare, sorprende ad ogni parola, quasi come ad ogni tiro.

Piadena lo ha adottato, ma potremmo anche dire che lui ha adottato Piadena. “Io sono di Darfo Boario, ho dna camuno, ma ovviamente per non sorbirmi le gallerie della Valle e soprattutto un’ora e mezza abbondante di auto tutte le volte, ho avuto la possibilità con alcuni compagni di vivere qui: e mi trovo molto bene. Io preferisco, per carattere, il paese piccolo, dove conosci tutti, dove puoi approfondire i rapporti, dove puoi dare del tu alla gente. Piadena poi è innamorata del basket e lo dimostra ogni volta che riempie il palazzetto. Anche per queste persone non possiamo fallire”.

Lorenzetti ha giocato a Iseo in C Gold, vincendo il campionato e ha pure conquistato il torneo di B a Orzinuovi, pur scendendo in campo soltanto per quattro mesi. A Piadena è arrivato l’anno scorso, quando l’eliminazione in semifinale è stata un momento bruciante. “Ci penso ancora: peraltro siamo usciti con Iseo, mia ex squadra. E’ vero che c’è grande rispetto per loro, ma fa male comunque. Però da quella sconfitta abbiamo imparato a stare sul pezzo: sarà per questo che in questo torneo di C Gold non abbiamo mai mollato il primo posto e che abbiamo conquistato la pole position in vista della fase a orologio, conclusa sempre davanti a tutti, con quattro gare di anticipo. L’anno scorso Piadena era più fisica e questo creava, all’occorrenza, un mescolamento di ruoli, una maggiore intercambiabilità. Ora, con lo zoccolo duro di cinque atleti riconfermati, e con qualche novità, ci siamo più specializzati: siamo una squadra in cui ciascuno ha un ruolo chiaro e segue il suo spartito, mettendolo a disposizione di un concerto di squadra. Siamo obbligati a vincere? Vero, ma dobbiamo tenere conto delle incognite e delle variabili impazzite: gli infortuni e la forma. Certo, se siamo questi e siamo concentrati al massimo, metto da parte la scaramanzia e vi dico che non ci ferma nessuno”.

Lorenzetti idolo dei piccoli tifosi che arrivano al palazzetto. “Mi piace scherzare, mi piace famigliarizzare e fare coraggio: così a volte mi è capitato di scambiare parole con i ragazzi del settore giovanile, magari solo per uno scherzo o per rincuorarli dopo un errore, e so che hanno gradito. Se mi dicono che sono un idolo mi metto a ridere, perché ho soltanto 24 anni e so di non essere nessuno. Fa piacere, casomai, essere apprezzato, questo sì”.

Sulla strada che porta alla gloria, chi deve temere Piadena? “Indico due squadre, dato che abbiamo evitato Pizzighettone, altra formazione rognosa e non a caso giunta seconda: Saronno, che si accoppia molto bene con noi per caratteristiche e che storicamente soffriamo, e Busto Arsizio. Però ai quarti, ad esempio, sfidiamo Iseo, che sulla carta dovremmo battere senza problemi, ma che ha un coach che ci conosce bene e che rispettiamo: e poi ci sarà il ricordo dell’eliminazione dell’anno scorso, che dovremo girare a nostro favore, sfruttando lo spirito di rivalsa sportiva”.

Media punti: 16.5 a gara. Un bomber, anche se il soprannome è, quasi in assonanza, bimbo. Come mai? “Mi è stato dato a 15 anni da Roberto Maltecca, mio allenatore quando giocavo nelle giovanili a Bergamo. Perché ero il più giovane e il più piccolo fisicamente della squadra: così da lì il soprannome è rimasto. So già che quando avrò 70 anni, mi chiameranno ancora bimbo”.

Piadena e Darfo, così lontane così vicine. “Se guardo l’Oglio a Darfo mi ci specchio, se lo guardo qui a Piadena mi spavento. Tuttavia per il resto per me che amo la natura, vedo paesaggi bellissimi sia là che qua. In Valle Camonica parliamo di montagna, qui di pianura, ovviamente, ma l’occasione per una passeggiata non manca da nessuna parte. Poi io amo pescare: lo facevo a Darfo e lo faccio pure qui, con alcuni amici. Certo, non posso fare tutto quello che facevo prima: per esempio quando giocavo a Iseo, capitava di andare a vedere il Darfo Boario in serie D, e parlo di calcio, perché la domenica riuscivo a incastrare gli impegni, ed ero un vero ultras. Adesso non più, anche se seguo praticamente tutti gli sport di squadra in tv o dal vivo, quando posso. Poi appena riesco torno a casa, più che altro per mie nipotine Lia e Gloria, che sono la mia passione. Le nostre passeggiate al Lago Moro sono il momento che preferisco. Tuttavia, ripeto, io a Piadena sto bene e credo che la bellezza, senza ricercarla troppo a fatica, si possa trovare facilmente pure qui”.

Dalla Camunia al Casalasco: un lungo rimbalzo per un ‘Bimbo’ che ha fretta di crescere.

G. G.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...