Calcio

La strana domenica di Cappelli, portiere per un giorno tra i pali del Gussola

Nulla è lasciato al caso. Nemmeno la sfortuna. Capita così che, domenica scorsa, il Gussola impegnato nella sfida interna contro il Castelverde nella penultima giornata del torneo di Seconda J, debba fare a meno, causa indisposizione, poche ore prima del via del secondo portiere. Poco male: c’è il titolare designato Cavalli Teodoro che, sin lì, s’è comportato più che discretamente. Se non che, come dice quel detto, la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo. E così dopo mezzora, in uno scontro aereo, il titolare e unico portiere in distinta in quel match, finisce ko.

Nulla però, dicevamo, è lasciato al caso: ecco perché in porta entra Luca Cappelli, di mestiere terzino. “L’allenatore in seconda aveva già lavorato con mio padre Alvaro (a Gussola una istituzione, ndr) e sapeva che da giovane avevo fatto il portiere – spiega Luca – così è toccato a me. E’ stata una domenica particolare, ma ero l’unico che poteva tentare di interpretare quel ruolo, dopo tanti anni, senza fare danni, avendolo già provato. Erano gli anni delle giovanili della Casalese, feci pure un provino dalle parti di Parma, poi mi cambiarono ruolo e diventai calciatore di movimento”.

In realtà la differenza non s’è vista domenica. E questo è un complimento: almeno tre le parate, non semplici, effettuate. “Purtroppo non sono bastate ad evitare il ko, ma credo di essermela cavata. La prima parata è stata la più difficile, su un tiro abbastanza ravvicinato e fulmineo: sono andato d’istinto e forse questo intervento mi ha aiutato a sbloccarmi psicologicamente. A quel punto non dico che sia stata una passeggiata, ma ho preso sicurezza. Peccato per il gol preso, che però era imparabile”.

Sfortuna e imprevisti a parte, che stagione è per il Gussola? “Un giudizio si potrà dare a bocce ferme, dopo avere compreso se ci salveremo o no. Col Corona è stata sin qui la nostra gara spartiacque: vincevamo 1-0 e con quei 3 punti potevamo sperare di lasciare la zona playout, poi abbiamo perso e ci siamo un po’ sgonfiati. La prestazione col Castelverde, però, mi fa ben sperare, perché ci siamo ripresi dal punto di vista del gioco, dopo un paio di passaggi a vuoto”.

Vi aspetta il playout con l’Acquanegra. “All’andata avevamo perso 2-0 ma era la prima giornata e noi ci presentammo in 13-14, con una rosa all’osso e ancora in costruzione. Al ritorno, gara più attendibile, vincemmo 2-0: ricordo bene quella gara perché segnai una doppietta su due calci di rigore”.

Tiri pure i rigori? “Se capita sì. Anzi, preferisco fare quello piuttosto che parare”.

Nessuna nostalgia dunque? “Nessuna: diciamo che se ci salveremo riguarderò quelle parate con un sorriso. Ma adesso voglio tornare a dare il mio contributo in modo più consono, anche perché vorrebbe dire che non siamo più in emergenza”.

Sciascia dixit: a ciascuno il suo…

Giovanni Gardani

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